
Quasi impossibile a Levanto ormai trovare locazioni residenziali o turistiche di più ampio respiro la stagione quasi imminente (quest’anno Pasqua cade al 31 marzo), gli operatori turistici privati (e non) e le agenzie in subbuglio. Al solito tram tram di frenetica organizzazione si aggiungono le importanti novità del DL 191/2023 che, in materia di locazioni turistiche, caricano di ulteriori responsabilità e vincoli i proprietari e gli intermediari delle locazioni turistiche. Non sono soltanto le nuove imposizioni del decreto in tema di sicurezza (estintore/i e rivelatori di gas, per esempio) e l’aumento dell’importo della cedolare secca dal secondo immobile locato in poi (imposizione al 26 per cento, sempre nei limiti imposti del numero massimo di immobili consentito), ma anche e soprattutto il reperimento del contestato e misterioso codice CIN emesso ora direttamente dal ministero ma non si sa come, che sostituisce il precedente codice CITRA. Per chi non ottempera importanti e rovinose sanzioni in agguato. In realtà l’emergenza a cui mi riferisco oggi non riguarda questo argomento ma una certa tangibile emergenza abitativa. Non parlo soltanto della totale impossibilità, ormai conclamata (..), di poter prendere in affitto residenziale un appartamento a scopo residenziale. Questo fatto, anormale, è ormai diventato purtroppo quasi normale. Parlo di un fatto ancora più grave e cioè della totale impossibilità di reperire appartamenti per vacanza o studio o lavoro da usare per periodi lunghi. Il contratto di locazione turistica per breve periodo (inferiore a 30 giorni) negli ultimi anni ha conquistato l’intero mercato e non è più possibile trovare alternative. Si capisce da un lato il motivo dal momento che questo tipo di locazione fa da volano per una miriade di operatori, di agenzie e di servizi turistici come le agenzie turistiche, gli addetti alle pulizie, i fornitori di servizi legati alla biancheria, le lavanderie industriali ecc.. Dall’altro lato, in particolare il lato dell’utenza, questo fenomeno è invece molto critico perché il soggiorno per periodi più lunghi (per svariate necessità) diventa esasperatamente oneroso e limitante (ammesso che si riesca a trovare per tutto il periodo un’unica sistemazione disponibile senza dover continuamente vagabondare da un appartamento all’altro per via delle prenotazioni già confermate dei “mordi e fuggi”). Lo scenario, dovrebbe meritare una riflessione economica, non solo a livello sociale. Allo stato attuale parrebbe, da informazioni reperite, che per le locazioni turistiche brevi, l’incidenza del guadagno netto del proprietario dell’immobile, tolti tutti i costi connessi e le tasse, sia compresa tra il 40 ed il 45 per cento del canone complessivamente pagato dal turista (canone + servizi di pubblicità e di booking, pulizie, agenzie, tasse varie ecc ecc). Tanto per intenderci se il turista paga 5 mila euro al proprietario ne arrivano si e no 2 mila. Siamo proprio sicuri che una locazione turistica di più ampio respiro, al netto della mediazione dell’agenzia, della registrazione (i contratti di periodo superiore a 30 giorni vanno registrati), con consumi calcolati a parte alla vecchia maniera, con un drastico abbattimento dei costi, oltre a regalare a Levanto un’immagine meno spremuta, non risulti alla fine più conveniente per entrambe le parti (Proprietario e Conduttore)? Antonio Sondrio (tutti i diritti riservati) |